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La vita ci ha sorpresi a mani nude Nel tempo che resta in posa d'agguato, Nessuno ha saputo l'ora del suo nascere, Né tantomeno dei nostri qualcuno avrebbe voluto morire.
Camminiamo inermi su lingue d'asfalto, Ma non hanno accumulato parole per noi, Neppure un fonema per le nostre suole Ad impensierire la decifrazione futura Legata alle nostre ossa Custodite in acque saline.
Non chiedermi ora di spiegarti il mio oggi, Del tuo so che ci perderai del tempo Fino alla resa che concederai al buio Di una ragione che non avrà avuto ragione Del suo stesso esistere.
Ma ti vedo andare nei miei occhi ancora Come quando eri un bambino, Quando noi tutti eravamo ancora disposti A stupirci delle foglie stormienti Davanti alla nostra finestra.
Abbiamo adesso chiuso la casa, Ci siamo abituati a muoverci per restare Da dove partimmo senza partire, Siamo nomadi di un cammino senza patrie E senza terre da toccare, non abbiamo più di che coprirci All'inverno incipiente che gelerà Le nostre anime senza più carne a coprirci d'idee Che sappiano a quale dio apparteniamo.
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Gil
- 20/06/2018 09:05:00
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Ogni tuo "sguardo" è il più bel commento che si possa ricevere, così prezioso da non potersi paragonare a nessunaltra parola...
Ti abbraccio
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Laura Turra
- 20/06/2018 08:36:00
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Lunico mio rammarico, Gil, è di non essere capace di commentarti così profondamente come sai fare tu con i miei testi. Un bacio
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Gil
- 20/06/2018 06:49:00
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Grazie, Laura. Un abbraccio.
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Laura Turra
- 19/06/2018 08:07:00
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Forse alla vita e a ciò che accade saremo sempre impreparati, ma la casa, il luogo che ci ha originato è sempre lì a dirci di una storia che ci appartiene. "Quando noi tutti eravamo ancora disposti A stupirci delle foglie stormienti Davanti alla nostra finestra" Possono averci guidato lontano i venti, ma è sempre qui la sosta. È qui la vita che s’apre e si congeda. Un po amara e disillusa, forse, ma bellissima. Ti abbraccio, Gil!
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